No all’autonomia differenziata, oggi presidio Cgil Sicilia al nido mai ultimato di Paternò

È un caso simbolo per tutta l’area etnea l’ asilo nido di Paternó ultimato, ma mai inaugurato per mancanza di allacciamento ai servizi. Non a caso è stato scelto dalla Cgil Catania in occasione della campagna di Cgil Sicilia sul tema “La controffensiva delle donne siciliane contro l’autonomia differenziata” che oggi si tiene in contemporanea in nove città siciliane.

Il focus sui servizi per la prima infanzia è stato promosso stamattina, in collaborazione con la Cgil di Catania, proprio di fronte il cantiere di Corso Marco Polo perché anche nel Catanese solo il 12% dei bambini ha un posto in un nido pubblico. Ma per il governo nazionale basta arrivare al 15% contro la soglia del 33% prevista per le regioni del Nord. Ecco perché nel 2025 sarà necessario votare contro l’autonomia differenziata al referendum promosso dai sindacati.

Al presidio hanno partecipato, tra gli altri, il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo e la segretaria confederale della Cgil e responsabile del Coordinamento donne, Rosaria Leonardi. 

Spiega il segretario Mannino: “In Sicilia manca una infrastrutturazione sociale adeguata, a partire dai servizi per la prima infanzia. Investire su questi è questione di avanzamento sociale, di inclusione, di cura per le giovani generazioni a partire dai primi anni di vita. Ma è anche importante per creare nuova occupazione e per sostenere il lavoro delle donne. Nei servizi all’infanzia, come per quelli agli anziani, si racchiude l’opportunità di lavoro nel sociale per molti, di superamento delle forme di emarginazione ed esclusione, dello sviluppo di nuovi saperi e competenze, di supporto alle donne e alle famiglie in genere, affiancandole nei lavori di cura. Uno stato sociale degno di questo nome fornisce queste risposte”.

Per la Cgil Sicilia è scandaloso che, da un lato, le risorse non vengano tempestivamente utilizzate, come fa la Regione. Ma lo è altrettanto tagliare da un lato e pensare di risolvere il problema con i bonus come fa il governo nazionale. “Non servono mance una tantum alle famiglie”, rincara Mannino.

Per il segretario generale della Cgil di Catania, De Caudo, “Non a caso oggi ci troviamo di fronte a quest’asilo nido che ha ricevuto fondi e attenzione dall’amministrazione pubblica per poi essere consegnata dalla stessa, e sopratutto dalla sua burocrazia, nel calderone degli sprechi e dei ritardi.
Chiediamo all’amministrazione di rispettare i tempi promessi dopo la ripresa dei lavori. Ne va della credibilità delle istituzioni”.

Per la segretaria confederale Leonardi, “la previsione del 15% unita al calo delle nascite, rischia di far pagare un prezzo ancora più alto alle donne, in particolar modo a quelle non occupate che sempre di più troveranno ostacoli nell’accesso al lavoro.
Ricordiamo che il tasso di disoccupazione delle donne a Catania che è del 18,8% ma che nelle aree interne come Paterno’ arriva a raggiungere anche il 23%; il tasso di occupazione che in città è del 32,2% e che nelle aree interne scende al 18% ed un tasso di inattività femminile che va dal 60 al 67% in base ai quartieri della città e che si alza sempre di più nelle aree interne”.

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